Salvatore Pizzo nasce a Serradifalco (Caltanissetta) nel 1949, città nella quale vive e lavora. Autodidatta sin dalle prime esperienze pittoriche si dimostra portato alla sperimentazione. Nel 2000 ha realizzato per le Edizioni Magi di Roma ventidue copertine per i loro testi tra cui: J.D.Nosio “L’isteria”; R. Infrassca “Anoressia e conflitto sessuale”; M. Alessandrini “Presente Assenza”; D. Bacchini – Paolo Valerio “Le parole del silenzio. L’Ambasciata di Francia di Palermo, il Comune e L’Università hanno scelto una immagine de-collage “Pizzo”, per il logo, la locandina e il manifesto per una serie di convegni svolti nelle Università di Sicilia.” Tra le principali mostre personali, ricordiamo quelle esposte a Londra, Nizza (Consolato generale d’Italia), in Belgio, a Taormina (Fondazione Mazzullo), a Siracusa (Basilica san Nicolò dei Cordari-Parco Archeologico) e le collettive a Roma, Milano, San Remo, Palermo. Alcuni suoi lavori si trovano presso spazi pubblici come ville e banche. La sua produzione artistica lo ha visto affrontare, negli anni, diverse tecniche e materiali. Si sono succeduti, così, periodi informali, action painting su vetro, de-collage e bassorilievi in piombo e legno. Negli ultimi anni ha utilizzato anche, oltre la carta da imballaggio, il polipropilene e superfici e reti provenienti da polimeri artificiali e sintetici. I lavori di Pizzo sono denunce contro la società, uno schermo sul quale affiorano i difetti, le contraddizioni di questa civiltà che va disgregandosi. In un universo di parole e immagini si incastonano come gioielli le figure femminili trattate sempre con molta passionalità. L’uomo si muove all’interno di un mondo fatto di desiderio e bellezza sempre in cerca della verità. Da alcuni anni la scrittura, come segno portatore di significati, ha assunto un’ importanza quasi vitale, nelle sue opere su carta. Una scrittura presente anche nelle opere su piombo. In queste Pizzo non si distacca dall’idea di enorme “disordine” morale che circonda quest’epoca ed è per questo che la scrittura è confusionaria mentre su di essa spiccano forme e materiali puri e rasserenanti.

                                                                                                                                             Vinny Scorsone  (2013)